Giulio Verne Testo

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Testo Giulio Verne

E' stata qui una donna, restata due minuti,
mentito anche sul nome che portava.
Ma ha voluto raccontarmi di ogni tessera perduta,
del mosaico che lei ancora chiama vita.
E son stato ad ascoltarla tra le lacrime e il sorriso
sopraffatto dal colore del suo viso.
Ma per quanto si sforzasse era inutile perché
non sapeva chiaramente proprio nulla di se.

Tu sei lì pensando a me come se fossi Giulio Verne
e prendi lucciole per lanterne
come se non fosse facile essere me,
come se fosse scomodo essere te,
come ci fosse un sottinteso che non c'è.

Ho fatto le valige, talmente tante volte,
da davvero non trovare più la strada
ma una cosa l'ho capita ed è che quando hai troppa sete non distingui tra il petrolio e la rugiada
e ho specchiato la mia faccia in specchi bianchi e specchi neri,
l'ho specchiata controvoglia o volentieri,
ma per quanto scintillasse era inutile perché
non diceva chiaramente proprio nulla di me.

Tu sei lì pensando a me come se fossi Giulio Verne
e prendi lucciole per lanterne
come se non fosse facile essere me,
come se fosse scomodo essere te,
come ci fosse un sottinteso che non c'è.

Hai capito come si fa,
solo meccanica,
pensi di volare a metà,
piuttosto non comincio,
e dimmi mi hai portato fin qua
soltanto per confondermi,
sembrava chiaro che noi
avremmo avuto tempo,
mentre stai fissandomi come fossi un contrattempo.

Tu sei lì pensando a me come se fossi Giulio Verne
e prendi lucciole per lanterne
come se non fosse facile essere me,
come se fosse scomodo essere te,
come ci fosse un sottinteso che non c'è.

Tu sei lì pensando a me come se fossi Giulio Verne
e prendi lucciole per lanterne
come se non fosse facile essere me,
come se fosse scomodo essere te,
come ci fosse un sottinteso che non c'è.