Monotono Testo

Testo Monotono

Scarto, tra gli scarti sono buccia o poco più, cerco una moneta, una sigaretta in
più. Sono il pazzo di un vecchio bar, l'ubriacone della festa, mi perdo nel
bicchiere per non ascoltare la testa. Picchia forte, io sono un pugile, non attacco
ma so difendere. Picchia ancora più forte, consuma la tua rabbia se vuoi.

Tanto io me ne andrò, Gesù mio mi donerà una nuvola lassù e un angelo che bacerò e
da un bacio succederà, l'odore della luna un disgraziato incrocerà, incrocerà.

Spazio, nelle vene solo spazio per Lucia, scorre sempre dritto e non va più via.
Vorrei averti vicino a me, io che ho un grande mal di testa, nelle vene non mi
basti. Io sparisco lontano tu ascolta. Ti amo come la pennichella, come l'acre della
naftalina, come le dita grinzite dopo ore di mare a molleggiar.

Tanto io me ne andrò, Gesù mio non ci sarà ma lo giuro io vivrò nelle braccia di chi
riuscirà ad abbracciarsi un po' di più per capire un po' di più che la vita è anche
fantasia, amore per la nostalgia.

Ma per ora che vorrei solo piangere mi faccio del male, dai piedi del letto ti vedo
e non so più piangere. Monotono, pedalando il tuo nome nel vento agiterò, quando la
nostra finestra le sue gambe divaricherà, tornerò nel tuo letto, in ogni sogno, mio
angelo.