Letto 26 (Seconda Parte) Testo

Testo Letto 26 (Seconda Parte)

Via della Scala stava là
ed io dal letto 26
sognavo la mia libertà
cercando fra i ricordi miei
se adesso vado per il mondo
mi guardi tanto strano tu
ma sono sempre un vagabondo
che ha in tasca cento lire in più.

La vecchia fuori dal portone
non la cercare più, non c'è
e i fiori fuori al mio balcone
sono appassiti e sai perchè
la vita, sai, non è una foto
ma è l'attimo che se ne va
e insieme porta via i colori
e porta via la verità.

E la cultura è un ideale
e il sogno è quasi già realtà
ma il pane è sempre senza sale
e non è poi felicità
se quando torni a casa stanco
ti butti a letto e chi c'è, lei
c'è lei che aspetta già da tanto
e non sa ancora tu chi sei.

Si parla tanto di violenza
di compromessi e libertà
di consumismo e di coscienza
proletariato e parità
ma sul 28 ogni mattina
si assale dietro e poi si va
e ognuno cerca di far prima
e resta in piedi chi ci sta.

Ho conosciuto tanti matti
cattivi onesti e senza età
cantanti, preti, lavapiatti
e quanti amici, chi lo sa
ma il piu' simpatico e il più bello
l'ho visto al cesso a un piano-bar
dentro a uno specchio, e io con quello
tutta la notte giù a parlar.

Via della Scala è sempre la
e adesso al letto 26
qualcuno sta inventando un sogno
o sta crepando, chi lo sa